venerdì 31 ottobre 2008

Il dinosauro domestico Pleo


Se volete sostituire il classico animale domestico con un più IN robottino con le sembianze di dinosauro, ecco a voi Pleo.

Con soli 300 euro, vi porterete a casa un gioiello tecnologico senza pari.
Più in particolare, si tratta di un robot alto 38 centimetri che ha la forma di un simpatico Camarasauro, specie di erbivoro che viveva in Nord America circa 145 milioni di anni fa.

La ditta che lo produce è la Ugobe e il suo inventore si chiama Caleb Chung.

Il prodotto è un concentrato di tecnologia avanzatissima, capace di creare una creatura che apprende e fa esperienza quasi come un essere vivente.

Come un qualsisi cucciolo, progredisce nel tempo, attraversando le diverse fasi di crescita da cucciolo ad adulto, creandosi una pseudo "personalità" a seconda del tipo di educazione che gli viene data dal suo proprietario.

Il tutto è reso possibile da un trasmettitore (che funge anche da ricevitore) ad infrarossi, da un sensore sensibile al contatto con altre persone o oggetti e da una cam, capace di discernere colori e forme.
Altri sensori posti sulle zampe, aiutano il robot a non inciampare e a muoversi con coordinazione.
Un processore da 32 bit sovrintende il funzionamento generale del "cucciolo".
Anche i movimenti sono stati curati nei minimi dettagli, creando un sistema di processori e motorini, capaci di far muovere gli arti in maniera realistica.

Per finire, il produttore prevede la possibilità di scaricare da internet aggiornamenti, migliorie ed eventuali nuove funzionalità.

Vedremo che successo riscuoterà. Per ora il gran numero di accessi sia sul blog dedicato, che sul suo sito, fa promettere davvero bene...

Speriamo solo di non trovarcene qualcuno abbandonato sull'autostrada...

giovedì 30 ottobre 2008

Riforma Gelmini: condivido al 100% questo articolo

Di solito non mi occupo di questioni così vicine alla politica, o che comunque sono territorio di scontro tra partiti o fazioni, però oggi voglio fare un'eccezione.

Ho letto questo bellissimo articolo, col quale mi trovo perfettamente d'accordo e che voglio riportare qui.

Da LaStampa del 30/10/2008

Due patti scellerati

LUCA RICOLFI
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Ma parliamo della sostanza. Che cosa sta succedendo nella scuola e nell’università? Perché studenti, docenti e genitori paiono trovarsi dalla medesima parte della barricata?

Quel che sta succedendo è relativamente chiaro, almeno per chi conosce i dati di fondo dell’istruzione in Italia e riesce a non farsi accecare dalle proprie credenze politiche. Sia la scuola sia l’università dissipano una quota di risorse pubbliche considerevole, nel senso che spendono più soldi di quanti, con un’organizzazione più efficiente, basterebbero a garantire i medesimi servizi. Su questo, quando si trovano al governo, destra e sinistra la pensano allo stesso modo.

Chi avesse dei dubbi può consultare due documenti del governo Prodi (il «Quaderno bianco sulla scuola» e il «Libro verde sulla spesa pubblica»). Credo non si sia lontani dal vero dicendo che, con una migliore allocazione delle risorse, sia la spesa della scuola sia la spesa dell’università potrebbero essere ridotte di almeno il 10 per cento a parità di output.

La novità di questi mesi non sta nella diagnosi, ma nella determinazione con cui si sta passando dalle parole ai fatti: la destra al governo sta facendo con la consueta ruvidezza molte cose che la sinistra stessa, magari con più garbo, avrebbe fatto se ne avesse avuto la forza, il tempo e il coraggio (fra queste cose c’è, ad esempio, il rispetto delle norme Bassanini sul numero minimo di allievi per scuola, varate dal centro-sinistra ben 10 anni fa). Del resto fu lo stesso Padoa-Schioppa, all’inizio della scorsa legislatura, ad avvertirci che certi sprechi non possiamo più permetterceli e a ricordarci che il problema di eliminarli dovremmo porcelo comunque, persino se avessimo i conti perfettamente in ordine: ogni spesa, infatti, ha un «costo opportunità», ossia è sottratta ad impieghi alternativi (se buttiamo al vento 8 miliardi per false pensioni di invalidità, automaticamente rinunciamo a una cifra equivalente in asili nido, sussidi di disoccupazione, aiuti ai poveri, sostegno ai non autosufficienti ecc.).

Su questo il governo ha ragioni da vendere, anche se non si può non rilevare che molte misure - pur condivisibili negli obiettivi - diventano criticabili per il modo in cui sono messe in pratica. È il caso, per fare l’esempio più importante, dei tagli all’università, che sarebbero ben più accettabili se punissero ancora più duramente gli atenei in dissesto, ma premiassero con più e non meno soldi gli atenei virtuosi.

Ma quella degli sprechi è solo una delle due facce del problema dell’istruzione in Italia. L’altra faccia è il tragico declino dei livelli di apprendimento, la scarsissima preparazione dei nostri diplomati e laureati, specialmente nelle regioni meridionali. Di questo sono corresponsabili ministri e docenti, ma anche gli studenti e soprattutto le loro famiglie. Il sistema dell’istruzione in Italia si regge su due patti scellerati: nella scuola, il patto fra insegnanti e famiglie, nell’università il patto fra docenti e studenti. Il cardine del primo patto è: l’importante è che il ragazzo sia sereno, vada avanti senza soffrire troppo, prenda il diploma; che poi impari molto o poco conta di meno. Il cardine del secondo patto è: l’importante è arrivare alla laurea, non importa in quanto tempo e imparando che cosa; noi professori pretendiamo sempre di meno da voi studenti, voi studenti non ci importunate e vi accontentate di quel poco che riusciamo a trasmettervi. Naturalmente ci sono anche - nella scuola come nell’università - isole felici e importanti eccezioni, ma il quadro generale è purtroppo diventato questo.

Sono precisamente i due patti non scritti che spiegano l’inconsueta alleanza fra una parte dei docenti, una parte degli studenti e una parte dei genitori. I docenti difendono i posti di lavoro (nella scuola) e le carriere (nell’università). I genitori difendono una scuola che insegna poco e male, ma in compenso non stressa i ragazzi e risolve non pochi problemi reali delle famiglie, specie quando la madre lavora. I ragazzi sono preoccupati per l’avvenire e temono di essere le uniche vittime dei cambiamenti che si stanno preparando per loro.

E hanno perfettamente ragione. Solo che indirizzano la loro ira verso il bersaglio sbagliato. Se fossero calmi e lucidi avrebbero già capito che il futuro non glielo ruba la Gelmini, ma glielo hanno già rubato molti degli adulti al cui fianco marciano con tanta convinzione. La precarietà dei giovani e il ristagno del sistema Italia sono anche il risultato non voluto e non previsto di una lunga e colpevole disattenzione per la qualità dell’istruzione. Il governo non è certo innocente, perché non c’è quasi nulla nei provvedimenti di cui da mesi si discute che lasci prefigurare un innalzamento apprezzabile del livello degli studi, e c’è persino qualcosa che fa temere un ulteriore declino. Ma coloro che aizzano bambini e ragazzi contro le misure del governo non la contano giusta: se davvero avessero a cuore il futuro dei nostri giovani si batterebbero come leoni per tagliare i rami secchi e rendere gli studi molto più seri, più rigorosi, più profondi. []

mercoledì 29 ottobre 2008

BLACKR, motore di ricerca ecologico

Un mio carissimo ed affezionato lettore mi ha segnalato l'esistenza di un motore di ricerca ecologico.

Vi chiederete cosa possa esserci di ecologico in un motore di ricerca. Ebbene, i creatori di BLACKR (prima chiamato Neroogle o Nerooogle) hanno pensato che se usassimo di più le pagine a sfondo nero con scritte grigie, invece che a sfondo bianco (quindi il contrario di quello che ho fatto io col restiling del mio blog, gulp...), si risparmierebbero moltissimi KW di elettricità.

Sulla loro home page si legge che al 22 Ottobre 2008 sono stati risparmiati 550.964.130 Watt*ora. Mica male.

Dato che l'iniziativa è lodevole, ho voluto pubblicizzarla, oltre che usare da oggi questo motore di ricerca che oltretutto funziona benissimo, visto che usa Google.

Bravi e speriamo lo usino più persone possibili. Grazie.

martedì 28 ottobre 2008

Ti piace fumare? Provalo in lattina

Gli inglesi sono famosi nel mondo per avere una certa fantasia in determinate cose...ecco qui che ne hanno inventata un'altra delle loro.
Qualcuno si è fatto la domanda: "Se è vietato fumare, ma ho una voglia pazza di sentire quel gusto, quella sensazione che solo una sigaretta può darmi, come faccio?".

Così si è inventato un drink che sostituisce la sigaretta.

Le lattine di Liquid Smoking (di colore bianco e rosso come il pacchetto di sigarette di una nota marca), sono pensate apposta per i fumatori circondati dai divieti.

"Offriamo un prodotto che ha lo stesso effetto della nicotina, ma che si può bere nei bar e in aereo. Inoltre è un drink rilassante, ha gli stessi effetti del fumo: all'inizio ti dà una scossa e ti fa sentire più sveglio, poi euforico e alla fine calmo. Toglie il desiderio della sigaretta per un paio d'ore", ha detto Martin Hartman, della United Drink and Beauty Corporation.

Le associazioni antifumo temono però che la nuova bevanda, porti ad un aumento del consumo di sigarette.

Il nuovo drink fornisce meno di 21 calorie ed è preparato con erbe e radici sudafricane, oltre che ovviamente un 15% di nicotina.

Sarà un successone? Vedremo...

lunedì 27 ottobre 2008

Più caffè, meno tette


Una bella ricerca svedese, rivela che esiste uno stretto rapporto tra caffè bevuto e dimensioni del seno.

Sono state monitorate 300 donzelle, misurando le variazioni delle dimensioni del loro seno, in realazione all'assunzione di caffè, misurato in tazzine.

Il risultato è stato sorprendente. Tre tazze della nera bevanda, portano un'iniziale riduzione del seno, con un effetto che aumenta per ogni tazzina in più. La spiegazione scientifica sta nel fatto che nel Dna di circa la metà delle donne, è presente un gene che collega le dimensioni del busto al consumo di caffè.

"Bere caffè può avere un effetto importante sulla taglia del seno", spiega Helena Jernstroem, ricercatrice di oncologia sperimentale della Lund University svedese. Ma niente paura. Le golose della nera bevanda "non devono temere una scomparsa del loro seno: probabilmente diventerà più piccolo, ma non sparirà", rassicura la Jernstroem sul 'Daily Mail'.

BELLA SPODDISFAZIONE!!!

Però c'è anche una buona notizia.

Gli stessi ricercatori affermano che se anche il vostro seno dovesse ridursi, il consumo regolare di caffè, aiuta a ridurre il rischio di tumori al seno.

Quindi donne con seni mignon, ma almeno sane...

You Tube, breve storia di un business

Conoscete la storia di quel mega affarone che è You Tube?

Se la risposta a questo quesito è no, ve la racconto io.

Il tutto inizia il 23 febbraio 2005, quando tre giovanissimi amici patiti di informatica, Chad, Steve e Jawed, mettono su internet il loro primo video. Ci troviamo in California, più precisamente a san Bruno.

Si tratta di un filmato di 18 secondi in cui si vedono alcuni elefanti di uno zoo californiano.

La novità, o meglio, l'idea geniale, non è il video in sè stesso, bensì il software ideato a Jawed, capace di di caricare video amatoriali in rete in modo velocissimo e di inviarli poi ad un numero elevatissimo di destinatari.

Le enormi potenzialità di questa "cosa" sono talmente evidenti, che non faticano a trovare l'aiuto del Venture Capitalist Roelof Botha, che gli stacca un bell'assegno da 3,5 milioni di dollari.

Nel giro di un anno, il valore diventa impressionante. Google paga 1, 65 miliardi di dollari per il suo acquisto.

I numeri di cui parliamo sono da capogiro...100 milioni di video che vengono visualizzati quotidianamente in tutto il mondo, con 65.000 nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore.

Una grande idea che ha premiato i suoi creatori, mentre noi abbiamo il bel vantaggio di usare il prodotto gratuitamente...grazie ragazzi!!!

giovedì 16 ottobre 2008

ENEL ENERGIA, FACCIAMO IL PUNTO

Buongiorno a tutti.

Continuo a ricevere commenti, mail e storie di persone che come me, si sono trovate malissimo (uso un eufemismo), con Enel Energia.

Quindi non posso esimermi dal fare il punto della situzione e riunire qui i principali consigli per difendere i propri diritti quali consumatori di una delle più grandi aziende italiane, che ha tra i suoi principali "pregi", la capacità di non esporsi mai con i propri clienti, lasciando a disposizione per proteste, richieste aiuto e regolarizzazione disservizi, solo un numero verde praticamente inutile e un servizio e-mail quasi mai funzionante.

Per quanto riguarda il primo, tolta qualche centralinista maleducata (probabilmente stanca di continue proteste ed insulti derivanti da disservizi ripetitivi dell'azienda per la quale presta servizio), si ha a che fare con persone gentili, ma per colpa non loro, completamente inutili. La loro opera segretariale di stesura di testi infiniti sulle magagne e le incaxxature dei clienti, non porta mai a nulla.

Il servizio mail invece, è come un pozzo senza fine...si scrive e poi si aspetta all'infinito di ricevere una risposta.

Sfido chiunque a trovare un altro recapito o indirizzo, oltre a questi due e a quello della sede legale di Roma, comunque senza numero telefonico...
Ah, dimenticavo i vari punti ENEL sparsi per l'Italia...provate a chiamarli ed avrete un'ulteriore prova del famoso "scarica barile". Non sanno nulla e consigliano di rivolgersi al numero verde, perchè la loro è solo un'attività commerciale...

Provate a dare un'occhiata ad esempio ad AEM (IRIDE), troverete numeri verdi, numeri telefonici urbani e vari indirizzi...qualcuno si occupa e risolve sempre i vostri problemi, com'è giusto che sia!!!

Troverete comunque una vasta serie di commenti ed esperienze (la quasi totalità negative) nell'altra discussione ENEL ENERGIA VERGOGNA (per leggerla, cliccate su questa scritta in maiuscolo).
Come detto all'inizio, qui voglio raccogliere un po' di consigli.

1) Non firmate mai nulla presi dal momento e sotto pressione dei venditori Enel Energia (la cosa comunque vale anche per gli altri gestori).

2) Leggete sempre bene tutte le clausole. Ci vuole pazienza e spesso lo scopo di tutte quelle righe piccine è proprio quella di farvela passare e spingervi alla fiducia con conseguente firma.

3) Se comuqnue lo avete fatto e siete pentiti di aver firmato o preso impegni telefonici o altro con Enel Energia (o altro fornitore), vi consiglio di rivolgervi all'Autorità per l'energia elettrica e il gas (cliccate sulla scritta precedente, se volete visitare il sito ufficiale), sia visitando il link che vi ho appena fornito, sia telefonando al loro numero verde 800 166 654 .
E un servizio che paghiamo con le tasse e tra le poche cose che davvero funziona nel nostro paese. Sono competenti, dalla nostra parte e sono l'ultimo baluardo contro i soprusi, o meglio, cioè che appare essere tale, delle grandi aziende. Sono gratis e meglio dell'avvocato.

4) Ricordatevi di mandare sempre un fax all'ENEL ENERGIA (o altro fornitore) con la spiegazione delle vostre lamentele e di cosa state richiedendo. TENETE il rapportino di trasmissione, fara' fede successivamente, nel caso tuttaltro che remoto, in cui non riceviate riscontro entro 30 giorni lavorativi dalla spedizione, come RECITA IL CONTRATTO.
Successivamente vi verra' richiesta la famosa "carta canta" per comprovare che avete mandato il fax.
I numeri di fax ai quali mandare le proteste li trovate sul sito dell'Enel Energia e sono:

- Fax fornitura energia elettrica 800.046.311
- Fax fornitura gas 800.997.736

Nel dubbio chiamate il numero verde 800.900.860 attivo da lunedì a venerdì, dalle 8:00 alle 18:00 (gratuito anche da cellulare), le informazioni le sanno dare, manca solo poi la risposta successiva e la risoluzione dei problemi.

Spero di esservi stato utile e che qualcun altro possa trarre giovamento dalle esperienze negative e dagli sbagli altrui.

In bocca al lupo dal vostro Signor Discuter

PS: ho chiuso entrambe i contratti ed ora mi trovo benissimo di nuovo nel mercato di maggior tutela (il nome non è casuale). da quello che ho sentito e letto in altri forum e blog, gli altri gestori del mercato aperto, sono un po' meglio di Enel Energia, comunque c'è anche nel loro caso un bel gruppo di persone incaxxate come noi...per una volta, l'apertura alla concorrenza è stata un disastro...

NB: Mi scuso anticipatamente con chi si possa essere sentito offeso dal presente articolo, che non vuol essere altro che un'opinione e un'esperienza personale che ho voluto riportare, affinchè possa essere condivisa con chiunque abbia la voglia e la pazienza di leggerla.