Diciamo che non ci voleva un genio a pensare che la cosa avrebbe potuto far arrabbiare i cinesi e lo stesso governo di Pechino, che infatti hanno protestato con il gruppo torinese.
Alla Fiat, visti i molti interessi legati al florido mercato automobilistico cinese, hanno ben pensato di scusarsi subito pubblicamente con un comunicato stampa...
Vi riporto lo stesso qui sotto.
La Fiat ha precisato che le pubblicità dei prodotti del Gruppo "non hanno mai avuto nulla a che fare con ragioni politiche o con l'intenzione della Fiat di interferire con il sistema politico interno di nessun Paese, tanto meno nei confronti della Repubblica Popolare Cinese". La scelta del popolare attore americano è stata fatta per ragioni artistiche e di immagine, non per il suo credo e le sue battaglie umanitarie in Tibet.
"Nel caso in cui lo spot possa comunque aver dato origine a fraintendimenti circa la neutralità dell'azienda - prosegue la nota Lingotto - il gruppo Fiat intende presentare le proprie scuse al Governo e al popolo cinese".
Non ci potevano pensare prima?
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